Ecco una domanda a cui non ho risposte, ma solo commenti e riflessioni. No! Fermi tutti! Qualche risposta c’è: questo è un argomento importante, ne parlano anche i grandi saggi, quindi le risposte ci sono.
Però a me i dubbi rimangono, le perplessità anche. E visto che uno dei miei impegni etici era quello di raccontarvi sempre cose che ho sperimentato in prima persona, non posso limitarmi a riferirvi ciò che dice la più attendibile delle fonti: preferisco condividere le mie riflessioni.
Peter Senge ne La quinta disciplina scrive: Ogni volta che vi è uno scarto fra i nostri obiettivi e la nostra presente situazione vi sono due insiemi di pressioni: uno per migliorare la situazione e l’altro per ridurre gli obiettivi.
Ciò che noi facciamo, quasi tutti e quasi sempre, è ridurre gli obiettivi. ne consegue il fenomeno che Senge definisce di “erosione degli obiettivi”. Ecco: è difficile essere felice nel raggiungere un obiettivo scarso, ma soprattutto è difficilissimo perseguire davvero con tutta l’energia e tutta l’anima un obiettivo che sappiamo essere ridotto ai minimi termini!
Anche la Kabbalah, che di spiritualità e saggezza se ne intende, invita a connettersi con la Luce e perseguire grandi progetti (sto banalizzando, le parole della Kabbalah sono un po’ più complesse).
E poi è palese che chi persegue grandi sogni non invecchia, sa mantenere le energie e gli entusiasmi.
Quindi grandi sogni. È questa la risposta?
Non proprio.
Pensate a quanta gioia possiamo ricavare nel quotidiano dalle piccole cose: il sorriso di un bambino, il gatto che fa le fusa, un albero che si fa largo su un marciapiede in città, il profumo del pane.
E poi un grande saggio (Lao Tze) diceva: un viaggio lungo mille chilometri comincia con un piccolo passo. E quante volte abbiamo cercato la strada per ottenere un risultato, e ci siamo accorti che bastava cominciare ad indurre un piccolissimo miglioramento per creare un enorme e positivo effetto valanga di ottimizzazione. Lo stesso Peter Senge suggerisce di cercare sempre, nelle nostre azioni e nella realizzazione dei nostri progetti, l’effetto leva.
Sono quindi i piccoli desideri, le piccole cose, che ci permettono ogni giorno di essere sereni, come iniziare la giornata regalandoci un cappuccino al bar per dire noi stessi “ti voglio bene”.
Eccomi quindi da capo: ci sono tante e fondate ragioni a favore dei grandi sogni e dei piccoli desideri.
Ma siamo sicuri che sia indispensabile scegliere? Siamo certi che esista una dicotomia tra le due cose? Non potrebbe invece essere che i miei piccoli desideri sono una componente dei miei grandi sogni? Che le due scelte non sono alternative, ma complementari e ciò che conta, in fondo, è migliorare me stessa ogni giorno e perseguire attivamente la realizzazione del mio destino?