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Un team tutto per me

Dottore, vorrei rifarmi …

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Dove si parla di chirurgia estetica come esempio di relazione tra medico e paziente, e di due medici eccezionali

Oggi ricorrere alla chirurgia estetica è un atto frequente, normale. Non era così negli anni ’60, quando due chirurghi plastici si chiesero perché, a fronte di operazioni perfettamente riuscite, alcuni pazienti nascevano letteralmente a nuova vita, mentre altri rimanevano insoddisfatti di sé.

I due chirurghi plastici identificarono la differenza nell’immagine di sé che i pazienti avevano, e da questo nacque poi la psicodinamica.

Oggi forse la situazione è un po’ più confusa perché la facilità del ricorrere alla chirurgia plastica ha fatto sì che il paziente rifletta meno, consapevole che i rischi che corre sono minimi. Però alla base di ogni richiesta c’è sempre, e anche tuttora, un’insoddisfazione dell’immagine di sé.

Il concetto dell’immagine di sé è strettamente collegato a quello della mappa del mondo, sebbene le due idee nascano da scuole diverse. Noi non siamo in grado di vedere la realtà quale essa è, ma solo di operare sulla sua rappresentazione. Analogamente non ci vediamo “come siamo”, ma vediamo una rappresentazione di noi stessi.

E di questa rappresentazione fa parte anche l’aspetto estetico.

Sommariamente possiamo distinguere tre diversi atteggiamenti nei confronti dell’aspetto estetico:

  • sono bella, ma ho un brutto naso
  • sono brutta perché ho un brutto naso
  • sono brutta e ho anche un brutto naso

nei primi due casi un’operazione ben riuscita di rimodellamento del “brutto naso” avrà buone probabilità di risolvere i problemi estetici, ma nel terzo caso anche la migliore operazione del miglior chirurgo non riesce a modificare la percezione di essere brutti.

Ma c’è di più.

L’operazione chirurgica ben riuscita modifica il naso, per rimanere legati all’esempio banale, nel mondo “reale”, ma deve essere trasferita anche nella mappa del mondo. In pratica, il paziente deve inglobare il nuovo naso nell’immagine di sé affinché operazione chirurgica sia un concreto successo e modifichi l’atteggiamento del paziente verso se stesso e verso il mondo esterno.

Infatti se continuiamo a “vederci” con il vecchio naso, sarà come se l’operazione non fosse stata fatta.

La necessità di questi passaggi spiega perché troppo spesso le operazioni di chirurgia estetica non siano la risoluzione del problema, ma solo un passaggio verso altre operazioni o, peggio, una via per denunciare poi il medico che non ha risolto il problema.