In un tempo lontano lontano… sì, un bel po’ di anni fa, ho dato l’esame di Chimica e tecnologia dell’alimentazione. Mio marito, qualche anno prima, si era laureato in Chimica degli alimenti: non era tempo di lauree brevi: 5 anni tondi tondi.
Talvolta ci ritroviamo quasi per gioco a ripercorrere quegli anni, complici due fattori: il primo è che ho una brutta influenza, di quelle con febbre alta e nausea costante, il secondo è che ho fatto il controllo oncologico e, pur andando tutto bene, ho ancora alcuni valori leggermente alterati, e mi serve una dieta per riportarli alla normalità.
Siamo armati da ricordi e qualche competenza e vorremmo stabilire se, tra gli alimenti che privilegiamo, c’è qualcosa da migliorare o da eliminare.
Lo ammetto: affrontiamo la situazione quasi come un gioco, divertendoci anche a navigare alla ricerca di informazioni recenti nel campo dell’alimentazione.
Considerando che da oltre 40 anni convivo con problemi di sovrappeso, so ormai tutto delle diete più creative e strampalate: ne ho sperimentate personalmente moltissime, con risultati sempre deludenti. La maggior parte delle diete sono basate più su drastiche convinzioni che su reali principi scientifici o, per essere più precisa, la mia impressione è che molto spesso i principi scientifici vengano piegati alle convinzioni del dietologo. Ovvio che alcune diete funzionano: ogni organismo che affronta una razionalizzazione alimentare e un cambio di alimentazione reagisce e, se parliamo di alimentazione sana, equilibrata, e ridotta rispetto agli eccessi a cui siamo abituati, il peso diminuisce.
Ora mi ritrovo a vedere nei confronti degli alimenti in genere lo stesso atteggiamento che trovavo verso le diete: si dice tutto e il contrario di tutto e qualche informazione scientifica viene manipolata dalle sicurezze di chi scrive, racconta, enuncia verità.
Chiaramente ho anch’io le mie convinzioni, le cose a cui credo fermamente.
In pratica voler migliorare la propria alimentazione cercando certezze scientifiche è assolutamente impossibile. Poi trovo perle di buon senso, spesso scritte da eminenti scienziati, che raccomandano di seguire “l’alimentazione dei bisnonni”, che si traduce in drastica riduzione delle quantità, sacrificio di merendine e alimenti conservati, scelta di frutta e verdura di stagione, meglio se a Km 0, attività sportiva … no, non “palestra”, ma vita fisicamente attiva: scale, camminate …
E tanti saluti a fantastici cibi esotici miracolosi.
Non ho conosciuto i bisnonni, ma ricordo i nonni contadini. Non erano esenti da problemi di salute, ovviamente, ma credo davvero che la loro alimentazione fosse più sana della mia.
Finisco l’influenza, e le affannose ricerche su Internet, a vado a cercare un contadino dove comprare frutta e verdura di stagione, chiaramente a Km 0. Ce l’ho: è quello dove faccio la spesa.