Non è un’impressione: è la realtà. Capire le emozioni, le paure, i bisogni, di una persona che affronta una grave malattia è estremamente difficile. Certo, una buona dose di empatia aiuta a comprendere, ma…
Spesso mi viene raccontato che alcune delle persone più vicine, quelle su cui si pensava di poter contare per affrontare il periodo difficile, sembrano non capire, allontanarsi o addirittura fuggire. Paranoie del malato? Assolutamente no.
In genere è la dura realtà. La malattia di una persona che amiamo ci mette alla prova, ed è una prova durissima. Scattano, anche nell’amico o nel familiare, paure terribili, emozioni incontrollate. E la nostra genetica collega alla paura un meccanismo innato: attacco o fuga.
Non stupirti se fuggono.
Chi è empatico può comprendere meglio, ma ben pochi riescono ad affrontare le proprie paure e forti emozioni sommate a quelle sperimentate per empatia.
Ci vuole molta forza, consapevolezza, padronanza personale.
Non arrabbiarti, dunque, e non sentirti abbandonato, se una persona cara non è presente, con capisce, se fugge. Sta mostrando tutta la sua debolezza, le sue incapacità.
Cerca aiuto in chi sa dartelo, in chi sa e può sostenerti.
La tua rabbia, pur essendo spesso giustificata, diventa un inutile fardello, e fonte di ulteriori aspettative deluse.