La Rabbia pone davanti agli occhi un filtro rosso, collegabile agli istinti primordiali.
Tutto ciò che sentiamo è filtrato da una negatività di aggressione, e rispondiamo con parole in libertà, anch’esse aggressive. Il canale di comunicazione è aperto, ma assolutamente distruttivo.
Rabbia e Paura vengono in genere riconosciute, almeno quando sono allo stato puro, sia da noi stessi che da chi ci sta vicino. Spesso se ne fraintende l’origine, o ciò che le ha scatenate, ma sappiamo cosa sono e quali sono le conseguenze.
La rabbia è un sentimento fortemente reattivo, ma distruttivo.
Quanto può incidere la rabbia nel rapporto medico – paziente?
A mio avviso moltissimo.
È facile essere arrabbiati quando ci si ammala, e bisogna considerare che a volte è meglio provare rabbia piuttosto che quella sensazione di totale abbandono alla malattia che si può provare in certe situazioni: la rabbia è comunque reattiva, ma va riconosciuta e indirizzata correttamente.
Si può provare rabbia verso il mondo, contro un destino avverso, contro noi stessi per aver sottovalutato certi sintomi che ci avvertivano di qualcosa che non andava, …
Ma si può provare rabbia anche verso il medico, perché non ci sentiamo ascoltati, capiti, seguiti o curati adeguatamente.
Molti, poi, usano la rabbia come antidoto alla paura.
La rabbia va combattuta? Sostanzialmente sì, in quanto sentimento negativo e distruttivo.
Ma il termine “combattuta” non è scelto a caso. Perché se è opportuno combattere la rabbia, è assolutamente inopportuno nasconderla, negarla, seppellirla.
La rabbia va quindi innanzi tutto riconosciuta e accettata: nulla smonta i nemici (anche quelli a due gambe) come l’accettazione e la comprensione. Poi, subito dopo, la si può combattere: non deve vincere!
Gli strumenti per combatterla sono prima di tutto la respirazione, e possibilmente la meditazione. Ma spesso è sufficiente analizzarla, farne una sorta di spezzatino, invece che consentirle di crescere indiscriminatamente.
E ricordate che anche il medico potrebbe provare rabbia: per motivi suoi che, erroneamente, si porta appresso anche durante la visita, o con noi, perché siamo arrivati in ritardo, perché non abbiamo seguito le sue prescrizioni.
Le tecniche di comunicazione, nel senso più ampio del termine, sono molto utili per imparare a riconoscere, gestire e dominare i sentimenti negativi, ed essere finalmente liberi.