Storia
Allora, signor Russo, mi racconti qual è il problema.
Mi sento affaticato, il respiro corto, fatico a fare le scale. Spesso ho una sensazione di malessere generale, di peso.
Venga, la visito. Mi faccia vedere.
Non c’è nulla da vedere, è un malessere che ho dentro.
…
Al termine della visita.
Bene. Signor Russo, non c’è nulla di grave. Ma deve seguire una terapia. Ora le faccio uno schema.
Domande
Non pensate minimamente alla situazione medica, che è inventata, e concentratevi sugli aspetti comunicazionali.
Sembra tutto normale, eppure questo dialogo contiene le premesse affinché il signor Russo non capisca, e non segua, la prescrizione del medico. Perché?
Risposte
Sembra tutto normale, eppure questo dialogo contiene le premesse affinché il signor Russo non capisca, e non segua, la prescrizione del medico. Perché?
Dal linguaggio che utilizzano il medico sembra avere un sistema rappresentazionale visivo, mentre il paziente ha un sistema rappresentazionale di tipo cinestesico.
Il medico procede quindi offrendo schemi, disegni, immagini, mentre il paziente ha bisogno di sapere perché, di avere motivazioni pratiche.
Quando, durante un qualunque dialogo, si entra in sintonia, la comunicazione si modifica. Attraverso modalità spontanee o tecniche di comunicazione finalizzate, come il ricalco o l’ascolto attivo, il dialogo procede secondo un unico sistema rappresentazionale, che può essere quello di chi guida il dialogo, o quella di chi è meno flessibile, mentre chi è più flessibile si adegua affinché il dialogo si faccia più profondo.
Se, come in questo caso, ciascuno dei due interlocutori mantiene il proprio sistema rappresentazionale, è facile che al termine del dialogo venga dimenticato tutto, o che parte della prescrizione non venga capita, e quindi rispettata.
Per questo è utile sviluppare la propria flessibilità, o almeno porre domande specifiche per avere chiara la prescrizione del medico.