Tutti abbiamo convinzioni, anche molto radicate. Abbiamo bisogno di sicurezza, e le convinzioni sono parte integrante delle nostre sicurezze.
Ma trasformare le convinzioni in drastici pregiudizi è sciocco, e può essere pericoloso.
Un esempio in cui trasformare le convinzioni in pregiudizi può essere particolarmente dannoso è quando si entra nell’ambito della salute.
Una mia conoscente era fermamente convinta che i farmaci facessero male.
Aveva un rifiuto, drastico, verso la medicina occidentale e le aziende farmaceutiche in particolare, e si curava esclusivamente con terapie omeopatiche, medicina cinese e medicina tradizionale ayurvedica.
Fin qui, tutto bene: è una sua scelta, e non ho nulla da ridire.
Il problema è sorto quando abbiamo fatto, insieme, un viaggio in India.
Io, quando sono all’estero, soprattutto in Paesi molto diversi dall’Italia, amo visitare le farmacie. Lei cercava alcuni medicinali che da noi sono costosi o difficilmente reperibili.
Non volendo mettermi in mezzo, la osservavo di lontano.
E dopo gli acquisti, fatti secondo un elenco già predisposto a casa, ha cominciato a chiedere consigli al farmacista.
Cosa posso usare per questo eczema? Mia madre ha un po’ di psoriasi, cosa mi consiglia?
E via di questo passo …
E il farmacista, a cui non aveva spiegato il suo odio contro le aziende farmaceutiche, si è comportato come tutti i farmacisti del mondo: le ha dato parecchi consigli, e numerosi prodotti.
Molti dei quali reperibili anche in Italia. Alcuni dei quali non più in commercio nei Paesi occidentali a causa di comprovati effetti collaterali.
Quasi tutti rigorosamente sintetizzati e commercializzati da aziende farmaceutiche indiane, ma praticamente nessuno facente parte della medicina ayurvedica, o omeopatica.
Lei non si preoccupò di controllare le scatole o leggere i principi attivi. Pagò tutto, e andò via soddisfatta.
La sua convinzione a favore della medicina ayurvedica si era trasformata in pregiudizio a favore di tutto ciò che era acquistabile in una farmacia in India.
Io … ridevo sotto i baffi.