Lo specialista dice una cosa, ne consulto un altro e afferma una cosa diversa, il medico di base ha un’altra opinione e i tanti consigli che ricevo dall’infermiere, dal fisioterapista, dal naturopata, dagli amici competenti o che leggo su internet con coincidono mai…
Può succedere, vero? Anzi: è più o meno quello che, almeno io, sto sperimentando in merito al covid, argomento sul quale gli specialisti più specializzati e che dovrebbero essere più competenti dicono cose diverse.
Scegliere una persona in cui riporre la totale fiducia è la scelta più ovvia e funzionale, ma il rischio è diventare integralisti, chiudersi completamente a pareri diversi e pensare di aver raggiunto una specie di Verità indubitale e incontrovertibile.
Non è facile.
Io sono stata fortunata: piena fiducia nel mio oncologo di riferimento, che in oltre sei anni è stato, sempre, presente, attento e saggio, e nei momenti più critici ho incontrato team coesi e sinergici.
Ho ben pochi consigli per chi non è altrettanto fortunato, se non quello di cercare un medico di riferimento, in cui porre totale fiducia, per fidarsi e affidarsi. Questo è di per sé una parte importante del percorso di cura, ma evitare ogni forma di integralismo. E di solito i medici che meritano fiducia sono competenti, ma non integralisti.