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La malattia come esperienza

Sei una vera guerriera!

Sei una vera guerriera! - Dottore, mi ascolti!

Commentiamo una delle frasi che più frequentemente vengono dette a un malato di cancro.

Alzi la mano chi, tra noi che abbiamo avuto una diagnosi di tumore, non si è mai sentito dire questa frase: sei un guerriero – o una guerriera.

In genere viene detta come un complimento, quindi va bene accettarla con un sorriso. Ma è anche opportuno fare qualche riflessione in merito.

Durante i lunghi anni che trascorrono tra la diagnosi e la guarigione ci sono indubbiamente momenti in cui si combatte, e si deve combattere. Ma pensare di trascorrere anni in guerra è pura follia.

Il combattimento richiede totale concentrazione sulla battaglia e sul nemico. Davvero vuoi pensare ogni istante al tuo tumore?

La battaglia induce la produzione di adrenalina, che però è anche collegata allo stress. E, se è vero che lo stress può persino avere effetti postivi, è altrettanto vero che una situazione di stress prolungato non fa per niente bene, né alla salute, né allo stato d’animo.

Negli anni sono nettamente migliorate le possibilità di diagnosticare e curare i tumori, e fortunatamente per diagnosi e terapie possiamo affidarci a medici e paramedici esperti, e generalmente anche molto umani e disponibili.

E poi ci siamo noi pazienti, e a noi spetta il ruolo di gestire l’esperienza, gli stati d’animo, le infinite risorse di cui disponiamo.

Mi ripeto, lo so: la malattia è un’esperienza, e un viaggio dell’eroe. All’interno del viaggio, così come nella vita, c’è un tempo per ogni cosa, per ogni emozione.

Sicuramente c’è un tempo per combattere, ma c’è anche un tempo per piangere, per ricostruire, per sentirsi deboli e forti, per chiedere aiuto e per aiutare, per recriminare e per amare.

Lasciamo che ci dicano che siamo guerrieri, se questa affermazione conforta i nostri amici e parenti, ma noi sappiamo che abbiamo mille sfumature e mille emozioni da vivere, anche e soprattutto dopo una diagnosi così antipatica, e non lasciamoci porre in ruoli stereotipati che ci impediscono di volare.