La dichiarazione dell’OMS del 1946 definisce la salute come, “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente di assenza di malattia o infermità”.
Direi che si tratta di un obiettivo a cui tendere perché se vogliamo considerarlo, invece, un parametro per la realtà quotidiana vi sfido a trovare in Italia 100 persone che ogni giorno, per almeno un mese, possano definirsi con una buona salute, cioè essere in un totale stato di benessere fisico, mentale e sociale.
La realtà è che la salute fa parte della nostra, personale, mappa del mondo e ciascuno ne ha un concetto totalmente diverso e assolutamente personale. Quando soffrivo di endometriosi mi sentivo comunque sana e mi ritenevo in buona salute quando i dolori, specifici della malattia, si attenuavano. Una visione totalmente mia del concetto di salute.
Chi lavora a costante contatto con malati deve dunque ampliare la propria mappa del mondo per comprendere quella del paziente o, quanto meno, accettarla. Non è sempre facile.
Tuttavia aiutare il paziente a identificare il proprio modo di essere in salute, tenendo conto che questo non è costante, ma influenzato dalla situazione, dall’ambiente, dalla storia personale e dalle esperienze, aiuta a costruirsi un parametro e un obiettivo, per non essere in balìa di stati d’animo momentanei, ma avere un fine a cui tendere.
E, per cominciare, trovate la vostra definizione di salute e osservate come e quando si è modificata.