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Sono malato – Caso pratico

Sono malato – Caso pratico - Dottore, mi ascolti!

Un medico insistente

Storia

- Buon giorno dottore. Eccomi per il controllo.

- Buon giorno, signor Bianchi. Come sta?

- Come posso stare? Cerco di cavarmela. Considerando come sto rispetto a quanto sono malato, posso anche dichiararmi contento.

- Signor Bianchi, abbiamo già parlato di questo. Lei non è malato, ha un problema di salute, ha un disturbo e, per controllarlo, deve sottoporsi ad una dieta e a delle cure. Tutto qui.

- Già, fa presto a parlare lei! Ma da quando sono malato ho dovuto cambiare tutte le mie abitudini.

Domande

  • Perché il dottore insiste tanto per modificare il modo di esprimersi del signor Bianchi?
  • Cosa implica il dire “sono malato” invece che “ho una malattia”?

Risposte

Perché il dottore insiste tanto per modificare il modo di esprimersi del signor Bianchi?

Il modo in cui ci esprimiamo deriva dal nostro modo di sentire, direttamente dalle nostre emozioni. Ma, a sua volta, influenza le nostre reazioni e le nostre emozioni.

Dire “sono malato” implica uno stato, difficile da rimuovere, mentre l’avere una malattia implica una fase di passaggio: ciò che si ha può anche essere eliminato.

Cosa implica il dire “sono malato” invece che “ho una malattia”?

L’espressione “sono malato” implica l’inserimento della malattia al livello logico dell’identità: la malattia entra a far parte dell’essere del signor Bianchi, e come tale, indipendentemente dal decorso clinico, diventa più radicata e più complessa da debellare. (tutti conosciamo persone fondamentalmente sane che si sentono malate)

L’espressione “avere una malattia” implica invece una sorta di dominio della persona sulla malattia. Il disturbo, o la disfunzione, viene inserita a livelli più bassi, diviene psicologicamente più gestibile e controllabile, e si è psicologicamente predisposti a debellarla.