Tempo fa mi colpì un’affermazione della mitica Samanta Cristofoletti: quando ero nella stazione spaziale abbiamo cercato tutti di crearci un angolo di spazio personale, una specie di rifugio.
Un angolo tutto mio. L’equivalente di una cuccia, di un nido.
Per me è stato essenziale nei lunghi mesi in cui le forze per uscire erano poche e, di nuovo, nei lunghissimi mesi di lockdown per la pandemia in cui la casa sembrava sempre troppo piccola e sovraffollata.
Basta poco, e non ha regole precise.
Uno spazio: basta un metro quadrato!
Colori, energetici o rilassanti, a scelta.
Aromi, profumi, perché l’olfatto dà segnali potenti.
Qualcosa di morbido e coccoloso da toccare, perché trasmette sicurezza. L’ottimale, almeno per me, è un gatto vero, ma basta un peluche, un cuscino, un pile morbido.
Se i nostri sensi percepiscono qualcosa di gradevole, ci trasmettono ben-essere.
E poi musica, cibo, il libro preferito…