Ci sono giornate col cielo plumbeo e giornate col sole: è il clima, può essere la stagione. La pioggia nutre: pensare di avere sempre bel tempo sarebbe pura follia!
Eppure questo è il tempo fuori, esterno e spesso, soprattutto in questo anno di pandemia, lo percepiamo persino diverso da quello che è.
E il clima dentro, quello interiore? Sfido chiunque a non avere giornate grigie, con colori spettrali quanto quelli di alcuni film fantasy.
Dimentichiamo, però, che se non possiamo fare nulla per il clima esterno, possiamo fare molto per quello interiore, persino nelle giornate più buie.
C’è una bella differenza, infatti, tra riconoscere un periodo nero, sapere che le cose vanno male, persino avere ansia o paura per noi stessi o per i nostri cari, e abbandonarsi a sensazioni negative.
Tranquilli, non sono una fautrice del pensiero positivo: ho avuto abbastanza guai e momenti tristi o difficili nella mia vita da sapere molto bene cos’è la sofferenza.
Semplicemente so che il dolore è mio, e non viceversa. Non sono io ad appartenere al dolore, non sono e non vogli esserne schiava, non è lui che mi domina, e nemmeno che mi invade.
Posso essere in lacrime per motivi che ritengo più che validi e trovare comunque un sorriso per il gatto che mi viene a consolare e mi fa le fusa.
E posso crearmi una riserva di pensieri felici, di immagini colorate, di luoghi bellissimi che amo, a cui accedere col pensiero in ogni momento.